Approfondimento del trattamento delle emorroidi: la scleroterapia
Una vita sedentaria, un’alimentazione sbagliata, particolari condizioni fisica come la gravidanza e una certa predisposizione genetica contribuiscono all’insorgenza della malattia emorroidaria. Siamo tutti dei soggetti a rischio: infatti, secondo recenti studi, una buona fetta della popolazione (circa la metà), senza distinzione di sesso e con età superiore ai 35 anni, soffre di emorroidi di diversa intensità. L’unica arma a disposizione è sempre la prevenzione, ma quando la malattia ci sorprende bisogna correre ai ripari e, fortunatamente, esistono molti rimedi efficaci per curarla.
Ai primi sintomi della patologia, dimenticate i consigli di “autocura” di parenti e amici e recatevi dal vostro medico. Una visita scrupolosa e una corretta diagnosi saranno in grado di comprendere qual è il modo migliore di intervenire. Il primo fattore da stabilire è l’entità (stadio) della malattia emorroidaria: se è leggero, prodotti come pomate possono essere risolutivi; mentre per le condizioni più gravi, si consiglia un intervento ambulatoriale o chirurgico.
Una delle terapie ambulatoriali impiegate è sicuramente la scleroterapia, una pratica non propriamente all’avanguardia ma che, negli anni, ha registrato degli eccellenti miglioramenti per curare le emorroidi e anche i capillari evidenti degli arti inferiori.
In cosa consiste la scleroterapia?
Mediante questa tecnica il medico inietta una sostanza cicatrizzante all’interno del tessuto emorroidario che, a seguito di ripetuti trattamenti, ha il compito di restringere le emorroidi. La scleroterapia è molto utilizzata per curare le emorroidi di tipo interno che presentano delle perdite ematiche, e quelle multiple anche nei soggetti più anziani. Nei casi più gravi, però, la scleroterapia non è il rimedio più efficace perché solitamente la malattia ricompare a distanza di circa un anno dall’ultimo trattamento.
Questo genere di intervento può essere svolto in regime ambulatoriale e non è particolarmente costoso. Le emorroidi di primo e secondo grado possono essere curate molto bene, mentre per quelle di terzo grado è sconsigliato intraprendere questa terapia, soprattutto in presenza di ulteriori complicazioni come la colite ulcerosa.
occasionalmente può succedere di avvertire dolore e successivo sanguinamento durante l’iniezione della soluzione all’interno della mucosa emorroidaria.
Negli ultimi anni, è stata introdotta una novità che prevede la sostituzione della sostanza liquida con una particolare schiuma, che pare risulti essere più efficace. L’intervento avviene in anestesia locale e i tempi di ripresa sono molto rapidi.
Altri trattamenti per la cura delle emorroidi
Legatura elastica: si applicano degli elastici che vengono posizionati alla base dell’emorroide interna per evitare l’afflusso del sangue. Nell’arco di circa 10 giorni, l’emorroide cade insieme all’elastico. Questa tecnica non provoca dolore.
Fotocoagulazione a raggi infrarossi: ha gli stessi effetti della scleroterapia, con la sola differenza che si utilizzano fasci di luce infrarossa.
Tecniche chirurgiche: nei casi più gravi è sempre meglio optare per un intervento chirurgico. Il medico valuterà il caso specifico del paziente che sarà ricoverato per un giorno (Day Hospital) e, in assenza di eventuali complicazioni, potrà tornare a casa per riprendere le normali attività quotidiane e lavorative.